Edgar Morin definisce l’“ipercomplessità” come caratteristica di «un sistema che diminuisce i suoi condizionamenti aumentando le capacità organizzazionali, in modo particolare la sua attitudine al cambiamento » (Morin, 2001, p. 118), di fatti una delle vie della gestione della complessità da lui suggerite, poiché non esiste una complessità ma molteplici complessità che si intrecciano, è l’organizzazione: «L’organizzazione è ciò che determina un sistema a partire da elementi differenti, e costituisce dunque un’unità nello stesso tempo in cui si costituisce una molteplicità» (Morin, in Bocchi & Ceruti, 2007, p. 27). Citando Ignazio Licata, Silvia Pallotti ricorda come la complessità dei sistemi sia concettualmente e logicamente legata e proporzionale alla loro apertura. I sistemi cosiddetti “aperti”, infatti, vengono individuati come «attivi, sensibili al contesto, orientati ai processi, flessibili alle multi-strategie, induttivi, e all’interno dei quali l’osservatore è parte integrante della loro esistenza» (Pallotti, 2018, p. 402). A differenza, dunque, dei sistemi “chiusi”, tipici della fisica classica e delle discipline empiriche come le scienze naturali, i processi che caratterizzano i sistemi complessi non possono essere descritti da un solo modello formale, né presentano alcun carattere di ricorsività. Dal punto di vista del Design, infatti, la necessità di gestire problemi complessi attraverso un approccio sistemico viene dichiarato da Tomàs Maldonado già nel 1987, nel suo “Il futuro della modernità”, il quale, citato da Pallotti, sostiene che «Se c’è un punto che la ricerca sistemica ha definitivamente chiarito è che le forme più esasperate di complessità non possono essere affrontate né con accentramento né rigidità. La strada da percorrere, ne siamo convinti, è l’opposta. Essa dovrà condurci necessariamente a definire un ordine decentrato e flessibile» (Maldonado, 1987 in Pallotti, 2016, p. 77). L’approccio sistemico alla disciplina del Design costituisce un’operazione di pensiero che, da una visione analitica dell’insieme, passa ad una lettura sintetica dove «il tutto è più della somma delle sue parti» (Polenta, 2009). Più precisamente, parlare di “pensiero sistemico” significa rileggere la complessità dei fenomeni non fermandosi alla scomposizione nelle loro parti essenziali, bensì individuando la loro interazione e la visione d’insieme del fenomeno, compreso il rapporto tra il tutto e le parti (Morin 1985, in Bocchi e Ceruti, 2007). La consapevolezza della natura complessa della società e dei suoi processi (sociali, culturali, educativi, economici), e l’inevitabile riflessione sulla mutazione che investe ogni ambito scientifico, coinvolge anche la disciplina del Design, che per sua natura si pone in maniera trasversale sulle questioni di cui si occupa, abbracciando una pluralità di obiettivi, nonché di processi e strumenti, talvolta specificatamente propri, talvolta condividendo quelli di altre discipline.

Visualizzare la complessità. L'approccio sistemico nella strategia progettuale / Mariani, Miriam. - In: AND. - ISSN 1723-9990. - 37:(2020), pp. 100-109.

Visualizzare la complessità. L'approccio sistemico nella strategia progettuale

Miriam Mariani
2020

Abstract

Edgar Morin definisce l’“ipercomplessità” come caratteristica di «un sistema che diminuisce i suoi condizionamenti aumentando le capacità organizzazionali, in modo particolare la sua attitudine al cambiamento » (Morin, 2001, p. 118), di fatti una delle vie della gestione della complessità da lui suggerite, poiché non esiste una complessità ma molteplici complessità che si intrecciano, è l’organizzazione: «L’organizzazione è ciò che determina un sistema a partire da elementi differenti, e costituisce dunque un’unità nello stesso tempo in cui si costituisce una molteplicità» (Morin, in Bocchi & Ceruti, 2007, p. 27). Citando Ignazio Licata, Silvia Pallotti ricorda come la complessità dei sistemi sia concettualmente e logicamente legata e proporzionale alla loro apertura. I sistemi cosiddetti “aperti”, infatti, vengono individuati come «attivi, sensibili al contesto, orientati ai processi, flessibili alle multi-strategie, induttivi, e all’interno dei quali l’osservatore è parte integrante della loro esistenza» (Pallotti, 2018, p. 402). A differenza, dunque, dei sistemi “chiusi”, tipici della fisica classica e delle discipline empiriche come le scienze naturali, i processi che caratterizzano i sistemi complessi non possono essere descritti da un solo modello formale, né presentano alcun carattere di ricorsività. Dal punto di vista del Design, infatti, la necessità di gestire problemi complessi attraverso un approccio sistemico viene dichiarato da Tomàs Maldonado già nel 1987, nel suo “Il futuro della modernità”, il quale, citato da Pallotti, sostiene che «Se c’è un punto che la ricerca sistemica ha definitivamente chiarito è che le forme più esasperate di complessità non possono essere affrontate né con accentramento né rigidità. La strada da percorrere, ne siamo convinti, è l’opposta. Essa dovrà condurci necessariamente a definire un ordine decentrato e flessibile» (Maldonado, 1987 in Pallotti, 2016, p. 77). L’approccio sistemico alla disciplina del Design costituisce un’operazione di pensiero che, da una visione analitica dell’insieme, passa ad una lettura sintetica dove «il tutto è più della somma delle sue parti» (Polenta, 2009). Più precisamente, parlare di “pensiero sistemico” significa rileggere la complessità dei fenomeni non fermandosi alla scomposizione nelle loro parti essenziali, bensì individuando la loro interazione e la visione d’insieme del fenomeno, compreso il rapporto tra il tutto e le parti (Morin 1985, in Bocchi e Ceruti, 2007). La consapevolezza della natura complessa della società e dei suoi processi (sociali, culturali, educativi, economici), e l’inevitabile riflessione sulla mutazione che investe ogni ambito scientifico, coinvolge anche la disciplina del Design, che per sua natura si pone in maniera trasversale sulle questioni di cui si occupa, abbracciando una pluralità di obiettivi, nonché di processi e strumenti, talvolta specificatamente propri, talvolta condividendo quelli di altre discipline.
2020
design methods; complex model; information design; synthesis; problem solving
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Visualizzare la complessità. L'approccio sistemico nella strategia progettuale / Mariani, Miriam. - In: AND. - ISSN 1723-9990. - 37:(2020), pp. 100-109.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Mariani_Visualizzare_2020.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 5.41 MB
Formato Adobe PDF
5.41 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1499955
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact